Il progetto di impresa di solito nasce con un’idea in testa, non testata di persona sul mercato. Ma come si trasforma la semplice idea imprenditoriale in un progetto concreto, che arrivi fino alla definizione di un business plan?
Hai un’idea di aprire un’azienda, e quindi?
Le idee di business non nascono mai casualmente. Non credete a quelli che dicono di aver fatto un sogno che poi si è tramutato in realtà. È l’esperienza a far nascere delle idee, e a volte questa esperienza è diretta o indiretta.
Ci sono casi di imprese di successo che nascono sulla semplice constatazione della realtà di un servizio o di un prodotto.
Come ripetiamo spesso a Castro & Partners, parlando con gli imprenditori, non è necessario ogni volta inventare la ruota, ma proporre invece dei miglioramenti marginali, anche piccoli, ma che possono fare la differenza.
Le idee di prodotto o servizio che possano essere considerate una valida piattaforma imprenditoriale, di regola nascono da:
- Proposte di soluzioni a problemi esistenti. Il problema non è necessario che sia annoso o recente, basta che ci sia, e che il mercato arrivi a un punto in cui non è più disposto a tollerarlo, perché problemi simili, in altri ambiti, vengono risolti in modo più efficiente.
- Miglioramento dei prodotti e dei servizi correnti: tipico caso di miglioramento marginale è quello, per esempio, di una soluzione che risolve un problema correlato. Il mouse ergonomico è un mouse come quello già esistente, ma mira a risolvere un problema collaterale scatenato dal suo uso frequente. Gli esempi sono tantissimi. Per esperienza possiamo dire che questi sono i casi più frequenti.
- Innovazioni tecnologiche: a volte un intero settore vive una fase di aggiornamento tecnologico, e nascono aziende basate proprio sull’adozione di una nuova tecnologia.
- Semplice imitazione: c’è un trend di mercato che sembra favorire la domanda di imprese in un determinato ambito e semplice si segue la scia.
Validare l’idea di prodotto o servizio
L’idea di aprire un’impresa va sempre validata dal mercato. Bisogna farsi alcune domande preventive:
- Esiste una richiesta anche latente di un prodotto / servizio simile sul mercato?
- Ci sono già stati tentativi di portare sul mercato un’idea analoga?
- Quali sono i prodotti di riferimento sui quali ci si confronta?
- Quali prodotti o servizi verranno penalizzati dall’introduzione del tuo sul mercato?
Queste domande servono a capire dove si posiziona il prodotto sul mercato attuale. E servono anche a mettere un freno all’eccesso di ottimismo ed entusiasmo che contraddistingue le fasi iniziali, di sviluppo dell’idea.
Non tutti gli imprenditori agli esordi possono permettersi una ricerca di mercato. Ma grazie agli strumenti offerti dalla rete è possibile espandere quelle domande e capirne di più sul prodotto.
È possibile verificare su forum di discussione, social media e siti web su cosa puntano le recensioni dei prodotti / servizi attuali, con i quali si va a concorrere.
E questa semplice ricerca non si limita solo a strumenti e prodotti digitali. Pensa a settori come la ristorazione, soggetta alle recensioni.
Se gli utenti segnalano la bontà della posizione geografica, questa è un punto di forza. Ma se il servizio è scadente, si può puntare sulla posizione + un servizio di primo piano. Ed è solo un esempio.
In caso di prodotti materiali occorre fare una prototipazione, che la scopo di verificare l’ipotesi di design (tramite un mockup), identificare i problemi strutturali, raccogliere i primi feedback dagli utenti, dimostrare la fattibilità tecnica e commerciale. Necessaria anche per prodotti basati su infrastrutture di rete, interazioni digitali, applicativi software integrati e così via.
Iniziare con un MVP
L’MVP è la sigla di Minimum Viable Product, ovvero prodotto minimamente funzionante. Si tratta di uno strumento fondamentale nello sviluppo di nuovi prodotti, in particolare nel settore digitale e per le startup.
L’MVP può essere considerato come la versione più semplice di un prodotto, che un’azienda può rilasciare sia per testare un’idea di business, sia per vedere come inizialmente si comporta sul mercato.
Ma l’approccio è quello che conta. In settori tradizionali, l’idea dell’MVP non ha molto senso, tuttavia suggerisce che quando si ha un’idea imprenditoriale, una volta che abbiamo capito come si posizionerà il servizio / prodotto, non bisogna perdere troppo tempo per perfezionarla.
Il rischio, infatti, è di venire superati da un prodotto / servizio concorrente. C’è sempre tempo per aggiungere delle funzionalità o dei servizi. Importante è validare nel più breve tempo possibile e poi perfezionarlo, seguendo le indicazioni che provengono dai primi feedback reali.
Se, ad esempio, si vuole aprire un servizio di ristorazione di street-food, è impensabile preoccuparsi del menu di tendenza, se non si ha nemmeno la piastra per cucinare. Quindi, prima di tutto occorre dotarsi del minimo essenziale, saggiare il mercato e poi allargarsi.
Questo è il giusto approccio per concretizzare l’idea: combattere contro la smania del perfezionismo. E agire invece. Questo atteggiamento elimina anche il costante rimuginio, che è proprio contrario al corretto mindset imprenditoriale.
È tempo di fare il business plan
Una volta che si sono superate tutte le obiezioni interne, e ascoltati i primi feedback, è bene strutturare il business plan.
Per settori dove l’MVP non è strettamente necessario, il business plan rappresenta l’occasione per definire al meglio la strategia di mercato. Ed è anche il documento fondamentale per accedere a finanziamenti quali il microcredito. Per questo motivo merita un approfondimento a parte.