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Perché fare il Microcredito

Perché fare il Microcredito

Il microcredito rappresenta un’alternativa socialmente sostenibile per questi “soggetti non bancabili”, che non possono fornire garanzie come nel caso dei prestiti dalle banche o da società finanziarie.

La principali modifiche Microcredito in Italia ora sono regolate dal decreto 211/2023, entrato in vigore il 12 gennaio 2024. Si tratta di una normativa che amplia i casi di utilizzo del microcredito, l’ammontare dello stesso e la platea di soggetti beneficiari. (Vedi Aggiornamento: Microcredito, requisiti per accedere e chi ne ha diritto)

Ma perché conviene fare il Microcredito per la crescita aziendale?

Se un’azienda vuole crescere e svilupparsi sul mercato, ha necessità di fondi per gli investimenti. Quando un’azienda – ad esempio una startup, ma anche una normale attività commerciale – decide di finanziare da sola la crescita, in questo caso si parla di bootstrapping o autofinanziamento.

Il capitale utilizzato perlopiù proviene dal fondatore dell’azienda. Ad esempio, dei risparmi, un’eredità, una donazione. Sono tanti i casi in cui degli imprenditori decidono di finanziare da sé la propria attività. Ma è chiaro che non tutti possono trovarsi in questa condizione, anche perché toccare i risparmi, è sempre delicato.

Un altro caso è quello del prestito bancario. Le banche prestano denaro in cambio di garanzie a soggetti che hanno una solvenza dimostrabile, spesso in base a lunghi rapporti d’affari. Per cui diventa molto difficile, per un imprenditore agli inizi, accedere a una linea di credito di questo tipo, senza conoscenze, referenze o una comprovata solvibilità (in parole povere: beni da mettere in garanzia).

Si comportano allo stesso modo le società finanziarie, regolamentate dalla Banca d’Italia, che prestano denaro per diverse attività, inclusa quella economica.

Il Microcredito nasce proprio con l’esigenza di andare incontro a soggetti che vogliono aprire, rilevare o far crescere un’attività, ma che rispetto al bisogno di fondi non possono offrire garanzie.

I fondi richiesti, come suggerisce il nome, vanno nella direzione di dare un piccolo, ma significativo aiuto. In fondo, la ratio è semplice: se ho una buona idea imprenditoriale, entusiasmo e voglia di mettermi in gioco, perché non dovrei ricevere un aiuto? Ha quindi le forme di una inclusione nel tessuto economico di soggetti disposti a contribuire.

Se un imprenditore è agli inizi, ha sicuramente bisogno di fondi per comprare attrezzature, beni, affittare locali, accedere a formazione più avanzata. La crescita richiede sostegno, come si dice spesso nelle promesse politiche. Il microcredito viene incontro a queste necessità, dando un’opportunità concreta.

  • È pensato per chi ha difficoltà ad accedere ai finanziamenti tradizionali a causa della mancanza di garanzie o di un’adeguata storia creditizia. Questo consente di far crescere il tessuto economico-produttivo introducendo elementi di mobilità sociale, che sono sempre positivi. (Ad esempio, un dipendente lascia un’azienda per mettersi in proprio, libera un posto di lavoro, mentre lui crea le premesse per generarne altri).
  • Offre tassi di interesse agevolati e c’è la copertura del Fondo di Garanzia, che mette al riparo il soggetto erogante da un mancato pagamento.
  • Per la maggior parte dei beneficiari, non è richiesta alcuna firma di garanzia sul prestito agevolato, a differenza dei prestiti tradizionali che spesso richiedono garanzie personali o reali.
  • Il finanziamento avviene in tempi brevi, entro 30 giorni, dalla richiesta.
  • Si applica non solo a chi ha aperto una nuova attività, ma anche a chi vuole farla crescere o vuole rilevarne una.

La condizione ideale di chi accede al microcredito è quella di un soggetto che non può offrire garanzie, sia in condizioni economiche non favorevoli, e abbia comunque la possibilità di presentare un progetto interessante.

Per questo motivo, il sistema prevede l’affiancamento di un tutor.

Cosa fa il Tutor nel microcredito

La figura del Tutor è prevista espressamente dalla legge, e ha il compito di assistere chi fa domanda di microcredito nella richiesta della stessa.

Quello del tutor è un ruolo molto importante, in quanto dà consigli immediati e pratici nella relazione del business plan, il progetto di massima da finanziare, che spesso riguarda:

  • la costituzione e l’avvio di una nuova attività imprenditoriale o commerciale (o anche professionale);
  • il rilevamento di un’attività esistente;
  • un progetto di espansione di un’attività già sorta;

I tutor sono autorizzati per legge, per cui esiste un elenco nel MISE che viene aggiornato costantemente e che può essere consultato nel sito ufficiale.

Secondo quanto riportato dallo stesso MISE, il tutoraggio è l’elemento fondamentale alla base della buona riuscita della domanda (in media 7 volte su 10 viene accolta). Il tutor è un professionista che analizza più domande, scarta quelle non finanziabili per legge, e redige di fatto il business plan, dando sostanza a quella che – almeno all’inizio – potrebbe sembrare solo un’idea vaga.

Grazie al tutoraggio si ha:

  • Un’alta percentuale di accoglimento delle domande di finanziamento via microcredito;
  • Una bassa percentuale di default (lo 0,73%), cioè di imprenditori che non riescono a restituire il prestito dato.

Il tutor interviene anche per risolvere problemi di natura legale, fiscale, mettendoti nelle migliori condizioni per ottenere la domanda.

Se hai intenzione di aprire una nuova attività o vuoi rilanciarla e farla crescere e non riesci a trovare finanziamanenti senza dover dare garanzie che non possiedi, puoi accedere al microcredito.

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